Ci chiedevamo se anche a noi sarebbero toccate code chilometriche ed ore di attesa….. ebbene si! accontentate…. Vi risparmiamo le lamentele in merito ma certo non possiamo esaltare questo evento poco organizzato.

Indipendentemente dai singoli padiglioni, la struttura dell’area incentrata sugli assi Cardo e Decumano non ha colpito per originalità facendo piombare il visitatore nel dubbio di trovarsi alla fiera di Milano o di Roma: asse centrale e padiglioni laterali.

All’estremo del Cardo trionfa l’albero della vita con annesso spettacolo di luci e colori tutto rosso, bianco e verde, …… non ci ha convinto anzi fa un pò festa di paese.

Ma quello che veramente ci ha STUPITO in assoluto sono dei finti banchi di mercato che, tristi e soli, intralciano il passaggio, già più che affollato, sul Decumano, adornati con mercanzia in pura plastica a far concorrenza al presepe di Piazza Navona per il loro aspetto posticcio. Occasione sprecata da Dante Ferretti e dal laboratorio di Cinecittà per sviluppare un “topos” interessante e centrale per il tema del cibo in Italia: il mercato.

L’attenzione cade solo su alcuni padiglioni sempre che si riesca a visitarli anche all’interno… e a parte qualche archistar (Daniel Libeskind) i padiglioni non hanno proposto particolari soluzioni architettoniche. Etereo il premiato padiglione UK.

…e dopo tutto ci chiediamo…..

ne è valsa la pena????